Riprendiamo gli approfondimenti dei maestri della grafica parlando di uno dei nomi più prestigiosi e importanti della storia del design internazionale: Massimo Vignelli.
Il maestro Vignelli, nato a Milano nel 1931, si è occupato nella sua lunga carriera non solo di grafica, ma di design nella sua accezione più ampia. Egli ha lavorato, oltre che nel campo della grafica, alla progettazione di allestimenti, a linee di abbigliamento e di arredamento, collaborando con prestigiosi marchi, tra i quali Poltrona Frau, Knoll, Benetton e Ford, solo per citarne alcuni.
L’inizio della carriera del maestro conosce il suo inizio grazie alla partecipazione di un’allora diciottenne Vignelli che partecipa al Congresso Internazionale di Architettura, e lì conosce alcuni tra gli architetti più importanti in circolazione, come Vittorio Gregotti, Gae Aulenti e Aldo Rossi. Grazie alla sua scoperta passione per l’architettura, Massimo Vignelli si iscrive alla Facoltà di Architettura presso il Politecnico di Milano e allo IUAV di Venezia. Proprio qui, però, avviene il suo primo avvicinamento al mondo del design: il proprietario di una importante azienda locale, la Venini Glass, gli commissiona la progettazione di alcune lampade in vetro, e nello stesso periodo inizia ad occuparsi anche di progettazione tipografica.
Nel 1957, per due anni, Vignelli e la moglie si trasferiscono negli Stati Uniti, prima nel Massachusetts e poi a Chigago, dove Vignelli insegna all’Institute of Design. Se, durante la sua permanenza a Chicago, il maestro ha l’opportunità di conoscere un altro grande nome dell’architettura come Mies Van Der Rohe, è al suo rientro in Italia che Vignelli sviluppa, su sua stessa affermazione, il suo approccio al design, lavorando per grandi aziende come la Olivetti e la Pirelli.
Il seme del prestigio internazionale viene gettato dal maestro quando, insieme alla moglie, fonda il suo studio di design a Milano, nel quale egli lavorerà fino al 1964, anno in cui i coniugi si trasferiscono definitivamente negli Stati Uniti con l’ambizione di dare forma a uno studio internazionale. Questo progetto si materializza nel Unimark International, studio fondato da Vignelli insieme ad altri soci prestigiosi: Jay Doblin, Ralph Eckerstrom, James Fogelman, Wally Gutches, Larry Klein e Bob Noorda.
Molto presto lo studio diventerà uno delle realtà più importanti nel mondo del design, con sedi sparse in tutto il mondo. Subito dopo aver abbandonato la Unimark International, e precisamente nel 1972, Vignelli progetta le celeberrima segnaletica della metropolitana di New York, considerata ancora oggi una delle opere più importanti dell’intera cariera del maestro, e tuttora oggetto di grandi dibattiti e controversie, sebbene considerata dai designer uno dei progetti più importanti nella storia del design.
Questo progetto costituisce una fondamentale innovazione nel linguaggio grafico tradizionalmente conosciuto fino ad allora, e si ispira all’innovativo progetto per la metropolitana di Londra, progettato nel 1933 da Henry Charles Beck.
Nel linguaggio comunicativo, Vignelli abbandona completamente ogni riferimento geografico e proporzionale relativo ai luoghi e spazi, a favore di una grafica che utilizza righe disposte regolarmente seguendo angoli di 90° e 45°, dove ogni linea è caratterizzata da un colore diverso, e goni fermata contraddistinta da un pallino. Come anticipato, questo linguaggio incredibilmente innovativo era stato in origine oggetto di critiche, specialmente per la mancanza di riferimenti geografici, in quanto, essendo la griglia urbanistica della metropoli molto regolare, alcuni utenti avevano trovato difficoltà nell’orientamento.
Contrariamente alle critiche, moltissimi designer hanno considerato, sin dall’inizio, questo progetto come uno degli esempi più belli e innovativi della grafica, grazie alla semplicità, bellezza e purezza del linguaggio, tanto che la Metropolitan Transit Autority, ente che nel 1979 ha sostituito la mappa di Vignelli con una più tradizionale, ha fatto realizzare una versione digitale della versione progettata dal maestro, da utilizzare per l’applicazione ufficiale per dispositivi mobili, portando così l’opera di Vignelli sui nuovi strumenti digitali.
Dal 1971, anno in cui lascia la Unimark International, Massimo Vignelli fonda a New York, insieme alla moglie, la Vignelli Associates, con il cui nome lavora a moltissimi progetti per altrettante aziende, tra le quali Artemide, Benetton, Ducati, IBM, Knoll, Poltrona Frau.
Successivamente, progetta l’intera segnaletica per le Ferrovie Italiane e, nel 1988, l’intera immagine del TG2 Rai, partendo dalla visual communication, fino agli studi e arredamenti.
Nel corso della sua carriera, Vignelli pubblica numerosi libri e cura molte esposizioni. Riceve inoltre molti riconoscimenti, come diverse Lauree ad Honorem in Belle Arti e Architettura, premi di design e architettura, il Gran Premio Triennale di Milano nel 1964, e ben due remi “Compasso d’Oro” rispettivamente nel 1964 e 1998.
Vignelli, che durante la sua vita si è concentrato su una visione di design ad ampio spettro, ha reso celebre la frase “Il design è uno”, ovvero che esso costituisce una disciplina unica e pertanto, sebbene ogni settore richieda specifiche e approfondite competenze, conferma che se una persona è in grado di progettare una cosa, allora è in grado di progettare qualsiasi cosa; e osservando l’opera e l’insegnamento di questo grande maestro non si può che essere d’accordo.